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BOSA Geopark farm "Giuseppe Nardini"
"lo spazio del
tempo vissuto"...
1st Wild food foraging
and cooking
"Careggine Camminando Cucinando", 26 Luglio 2015
comunicati sull'evento
Bosa si propone come
“centro del cibo spontaneo”…
grazie ai ‘wild food chef’ e agli autori di “Careggine Cucinando
Camminando"
Bosa proposes itself as
“wild food centre”…
thanks to the wild food chefs and promoters of “Walking & Cooking in
Careggine”
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L’evento di
domenica scorsa ha dimostrato che, malgrado tutti i suoi attuali
limiti, la Geopark Farm di Bosa può candidarsi a luogo di
riferimento di livello regionale per esperienze integrate ed
innovative da ruotare intorno al “wild food”. Lo può fare con
sicuro successo se, a fianco della naturalità e della
spontaneità, Bosa sarà capace di aggiungere il valore della
biodiversità nella sua accezione più ampia. Un centro dove già
si pratica la conservazione “ex situ” e “on farm” e dove si
sviluppano iniziative di educazione ambientale, potrebbe
tranquillamente finalizzare alcune di queste linee d’intervento
al consumo consapevole e sostenibile del cibo naturale e/o
biologico, come punto di arrivo di filiere corte di produzione o
come tappa fondamentale di cicli biologici ricondotti finalmente
nella loro dimensione originale. |
Per farlo, la Bosa deve
essere in grado di offrire momenti formativi ed informativi di giusto
livello a chi desidera accostarsi al “wild food” al di fuori delle mode
del momento. La Bosa deve soprattutto costruire un’offerta gastronomica
– prima legata ad eventi e poi sempre più ricorrente – che si fondi
sull’uso basilare ed insostituibile delle cultivar e razze locali in
combinazione con le piante spontanee, soprattutto di quelle più
caratterizzanti le Alpi Apuane.
Il percorso non è breve, ma l’evento di domenica scorsa ha fatto
intravedere una strada praticabile e forse innovativa e vincente. Merito
di tutto questo è delle diverse persone che hanno prestato il loro aiuto
e messo a disposizione il proprio talento, talvolta emergendo appena
dalla scena di “Careggine Camminando Cucinando”.
In primo luogo, è doveroso ringraziare gli chef che si sono alternati ai
fornelli e alle griglie, con una capacità di adattamento non comune. Chi
ha potuto vederli all’opera in cucina, è rimasto colpito dalla loro
manualità e destrezza, oltre che dalla velocità di esecuzione. Un vero
spettacolo è stata la preparazione dei tagli dell’agnello (anzi
dell’agnellone di Careggine) offerta da Damiano Donati (“Punto –
officina del gusto” di Lucca) e l’insaporimento delle carni con le erbe
spontanee raccolte e la successiva grigliatura a cura principalmente di
Luca Landi (“Lunasia” di Tirrenia). Altre performance degne di nota si
sono succedute dietro le quinte. Ad esempio lo sfilettamento chirurgico
delle trote fario e salmonate del bacino del Serchio e la loro delicata
cottura ad opera di Giulio Turriani e Francesco Piacentini (“Locanda di
Mezzo” di Barga).
Non possiamo poi dimenticare la combinazione e la leggerezza di sapori
che hanno saputo aggiungere alla polenta di formenton ottofile, al farro
garfagnino e al riso con ricotta e frutti di bosco, sia Chiara Ginesi (“Chiar
di Luna” di Careggine) sia il gruppo del “Tambellini 1870” di Lucca, con
Lucilla De Andreis, Curzio Giuntini ed Emanuela Tambellini.
Ovviamente è impossibile tralasciare quanto proposto da Riccardo
Patalani di Viareggio, che ha concluso in dolcezza l’evento grazie ai
suoi ricercatissimi capolavori di pasticceria.
Un doveroso riconoscimento va inoltre al vulcanico ideatore della
giornata, Lido Vannucchi e al suo team. A loro si deve anche il merito
di aver voluto presentare, nello spazio espositivo dell’antico edificio
di Bosa, alcuni tra i migliori produttori del territorio: i vini del
podere Còncori di Gallicano e della fattoria Sardi Giustiniani di Lucca;
i formaggi dell’azienda casearia Marovelli di San Romano in Garfagnana;
il pane e i prodotti da forno dell’Arte del Pane di Castelnuovo
Garfagnana; gli “zafferani” e dintorni di Croco e Smilace di S. Miniato
di Pisa; le lane dell’azienda agricola Cerasa di Pieve Fosciana, per poi
concludere con i piccoli ma non meno importanti contributi delle farine
del Mulino di Piezza a Gallicano, il pane caregginino de La Baita e la
zuppa de La Gatta.
Rimane un’ultima cosa da mandare a mente. Tutto quanto visto e mangiato
domenica a Bosa non avrebbe mai avuto esito senza Andrea Elmi, Gian Luca
Guidi e Marco Raffaelli di “Maestà della Formica” di Careggine…
Perché, se non ci fossero, sarebbero da inventare…
Antonio Bartelletti
(1° agosto 2015)
nella foto: lo chef Luca Landi
e Andrea Elmi di “Maestà della Formica”
“Careggine Camminando Cucinando”: un bicchiere mezzo pieno.
I punti di forza e di debolezza di un evento originale ma ancora
imperfetto…
“Wild food foraging” in
the Bosa Geopark Farm: a glass half full!
The strengths and weaknesses of an original event, but still imperfect…
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Il giorno dopo
la festa non serve per gabbare il santo o per cantarsela da
soli, ma per riflettere su quanto è filato liscio e su quanto ha
mostrato limiti e criticità. Senza dubbio, la promozione
attraverso il più famoso dei social network è riuscita a
richiamare un numero significativo di ospiti a Bosa per
“Careggine Camminando Cucinando”: 109 iscritti, oltre agli
invitati e al personale dello staff, per un totale di persone
che si è avvicinato e forse ha superato la soglia rilevante
delle 150 presenze.
Probabilmente è un numero ancora troppo elevato per l’attuale
capienza della Geopark Farm di Bosa, nonostante gli ampi spazi
naturali nel suo intorno e la possibilità di sviluppi futuri.
Qualcosa di nuovo qui è necessario fare prima della prossima
edizione, poiché la migliore ricettività associa ad un
determinato livello numerico di ospiti un dimensionamento minimo
di strutture ed infrastrutture. |
Il primo quesito
riguarda proprio quale standard di confort è opportuno offrire per
accogliere, nel migliore dei modi, persone dalle aspettative non sempre
in linea con lo spirito “minimalista ed essenziale” dell’evento
proposto. In altre parole, c’è veramente da chiedersi se la formula del
“déjeuner sur l’herbe” non porti a residuare un target eccessivamente di
nicchia. L’alternativa potrebbe essere di virare subito per un più
tradizionale servizio al tavolo, di più diffuso consenso, senza
dimenticare che esistono diverse formule intermedie da valutare e
proporre (buffet con tavoli per il consumo, distribuzione con vassoi
anche a gruppi disseminati in spazi aperti).
L’interrogativo rimane per il momento sospeso, sebbene una scelta prima
o poi si imponga, perché slow food e file interminabili davanti al banco
di distribuzione hanno messo a dura prova anche la pazienza dei più
motivati.
Ad ogni modo, il problema vero non sono stati i tempi lunghi, ma
soprattutto i tempi morti. Cucinare espresso, quasi all’impronta, dilata
inesorabilmente l’intervallo tra la preparazione e la somministrazione
del cibo. Questo era nel conto ed è stato diffusamente compreso. C’era
però bisogno di accompagnare il lento scorrere del tempo con interventi
di animazione e d’informazione su quanto si stava preparando in cucina,
su quanta percentuale di tradizione e di innovazione poteva percepirsi
in quei piatti. Proprio sul finale della festa, l’intervento
appassionato di Riccardo Patalani ha dimostrato che il pubblico,
attratto dalle sue intelligenti parole, non avesse solo fame di cibo, ma
anche sete di conoscenza.
Molti hanno comunque capito che questa è una formula di degustazione che
guarda decisa ai ritmi lenti del passato, che va alla ricerca di altri
suoni, odori diversi e sapori ormai lontani dal nostro presente.
Purtroppo, persisterà sempre, anche nella migliore organizzazione
possibile, una minoranza vorace e qui fuori luogo che non accetta, a
prescindere, il valore dell’attesa e la meraviglia di un piatto che
arriva nei suoi giusti tempi. Domenica abbiamo visto come la frenesia
del “mordi e fuggi” sia dura a morire anche a Bosa, nonostante la magia
del luogo e il suo potente imporsi come “spazio del tempo vissuto”.
Va comunque detto che la qualità dei piatti proposti e pure la loro
quantità hanno ampiamente ripagato l’attesa e l’incertezza dei tempi.
Questa degustazione, per niente scontata, di “mangiari” quasi
introvabili e sempre eccellenti, ha trovato sostegno anche nell’offerta
dei vini e delle birre, dello stesso livello elevato. Se poi si aggiunge
anche la straordinaria serenità di un paesaggio di rara bellezza e la
clemenza di un clima finalmente estivo di montagna, si può
tranquillamente sostenere che Bosa ha offerto emozioni visive, olfattive
e gustative, sei volte superiori al prezzo del biglietto. Merito
sicuramente degli chef presenti (non proprio nel numero e nei nomi
annunciati), capaci di veri miracoli con i pochi mezzi a disposizione:
la cucina di Bosa è stupenda per il suo sapore unico e antico, ma non è
il massimo della tecnologia.
Un ultimo accenno sugli ingredienti oggetto della raccolta mattutina e
del loro successivo impiego nella preparazione dei piatti. Pochi,
veramente pochi le erbe e i frutti usati, forse perché non si è indagato
a fondo, prima dell’evento, sui luoghi del massimo possibile
reperimento. Forse perché luglio non è il mese ideale a questa
altitudine. Le erbe tenere della primavera sono un ricordo abbastanza
lontano e i frutti sono ancora da venire verso il declinare dell’estate.
Al di là di quale sia migliore stagione per la raccolta, una maggiore
cura andrà dedicata in futuro all’escursione mattutina in lungo e in
largo per l’altipiano di Careggine. Se il periodo non offre molto da
“granellare”, se non c’è possibilità di riempire le sacche di cibo
spontaneo, sia soprattutto la guida del gruppo a colmare la curiosità
dei raccoglitori accompagnati.
Un consiglio finale: la prossima volta è bene arruolare veri botanici ed
erboristi esperti, che sappiano ben raccontare il nome e le virtù delle
piante, insieme ai loro usi alimentari ed officinali.
I nostri ospiti vogliono anche questo.
Antonio Bartelletti
(28 luglio 2015)
“Careggine Camminando Cucinando”:
nomi e presenze di rilievo al “wild food foraging” di Bosa
Everything is ready for big day tomorrow!
Important chefs will attend the “wild food foraging” event in the Bosa
Geopark Farm of Careggine
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La Geopark Farm di
Bosa è pronta ad accogliere il “wild food foraging”, proposto nelle Alpi
Apuane in prima assoluta dal programma 2015 di “Cibiamoci di Parco”.
Ultimi particolari definiti e dettagli controllati per una macchina
organizzativa che vuole dare il meglio di se stessa di fronte
all’incognita di un evento mai affrontato prima in questo luogo. Non
solo lo staff del Parco sarà in campo, ma pure il team di Lido Vannucchi,
i ragazzi di “Maestà della Formica”, le ragazze del centro informazioni
del GAL Garfagnana e i volontari di Careggine. Dunque, una bella
sinergia tra enti pubblici, aziende ed associazioni, con
l’amministrazione del sindaco Mario Puppa sempre attenta a sostenere le
migliori iniziative di promozione del proprio territorio.e
seminaturali.
Numerosi e di rilievo sono i nomi degli chef che prenderanno parte
attiva a “Careggine Camminando Cucinando”, prestando la propria
inventiva e il loro |
non comune talento
nella preparazione di piatti con quanto sarà possibile raccogliere
intorno a Bosa.
Al momento hanno
confermato la loro presenza: Lucilla De Andreis (“al Tambellini dal
1870” di Lucca); Damiano Donati (“Punto – officina del gusto” di Lucca);
Chiara Ginesi (“Chiar di Luna” di Careggine); Luca Landi (“Lunasia” di
Tirrenia); Angelo Torcigliani (“il Merlo” di Camaiore); Cristoforo
Trapani (“la Magnolia” del Byron di Forte dei Marmi); Giulio Turriani e
Francesco Piacentini (“Locanda di Mezzo” di Barga). Senza dimenticare
gli specialissimi contributi di due veri artisti della cucina di
Viareggio: Michelangelo Masoni, “nobile beccaio” e Riccardo Patalani,
“mastro pasticciere”.
Per la parte espositiva di prodotti alimentari e di tradizione
territoriale, porteranno il meglio della loro sapienza artigiana: i vini
del podere Còncori di Gallicano e della fattoria Sardi Giustiniani di
Lucca; i formaggi dell’azienda casearia Marovelli di San Romano in
Garfagnana; i prodotti di cosmesi naturale e i giochi tradizionali della
cooperativa Girolmetta di Trassilico.
Si rinnova qui a tutti l’invito a presentarsi puntuali alla Geopark Farm
di Bosa, domani domenica 26 luglio. Prima delle 9.30 è l’orario ultimo
tassativo per quanti intendono partecipare in prima persona
all’escursione per i boschi e i campi di Careggine alla ricerca del cibo
da cucinare. L’iscrizione è anche possibile per il solo pranzo e dunque
l’orario di arrivo può spostarsi in avanti di qualche ora (ma non
molte). Si fa presente che le manifestazioni d’interesse all’iniziativa
hanno superato il numero di 101, per cui è opportuno prenotarsi
anticipatamente inviando una mail all’indirizzo:
prenotazioni.caregginecc@gmail.com.
Per informazioni ulteriori è possibile contattare il numero 328 0717611
(soltanto dalle 8.00 alle 19.00).
Antonio Bartelletti
(25 luglio 2015)
A Bosa di Careggine il primo evento di “wild food
foraging” nelle Apuane: domenica 26 si torna al cibo sostenibile
Bosa Geopark Farm in Careggine hosts the first “wild food foraging”
event in the Apuan Alps: on Sunday 26th July, you will return to
sustainable food to make a new gourmet experience...
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L’iniziativa si
chiama “Careggine Camminando Cucinando” e avrà luogo a Bosa di Careggine
per l’intera mattina e il pomeriggio di domenica 26 luglio. È quasi una
rilettura in chiave moderna di quanto facevano gli uomini nell’età della
pietra e non solo, quando alla caccia alternavano la raccolta di cibo
presente in natura.
A dire il vero, la pratica della ricerca di piante selvatiche è giunta a
noi ed è purtroppo un’abitudine residuale e una competenza di pochi. È
rimasto quasi uso esclusivo di chi ha acquisito e può tramandare la
conoscenza secolare delle virtù naturali delle piante, non solo a scopo
alimentare, ma anche curativo e terapeutico. Fino a qualche decennio fa,
nei paesi delle Alpi Apuane era comune integrare i prodotti
dell’agricoltura con quanto fosse possibile raggranellare, durante
l’anno, oltre il limite dei luoghi coltivati, negli spazi naturali e
seminaturali. |
Domenica 26 sarà di scena il primo evento promozionale del Parco delle
Alpi Apuane a favore dell’attività di “foraggiamento” (o “foraging” se
preferite). L’appuntamento è presso il Centro agricolo-naturalistico del
Parco a Bosa, per confermare la prenotazione e versare la propria quota
di iscrizione. Alle 9.30 avrà inizio la passeggiata didattica lungo i
sentieri dell’altipiano di Careggine. Si ritornerà così alla ricerca
guidata, entro boschi e radure, di foglie, radici e soprattutto di
frutti di stagione, che diverranno – di lì a poco – preziosi alimenti da
cucinare. Si busserà anche alla porta del contadino e dell’allevatore
del posto, per ottenere verdure locali e carni di qualità.
“Careggine Camminando Cucinando” si colloca a buon diritto nel programma
2015 di “Cibiamoci di Parco”, poiché è l’evento che meglio interpreta lo
spirito di questa rassegna, declinandola in modo quasi letterale. Il
fine dell’iniziativa non è solo la buona pratica di una alimentazione
con cibo naturale e salutare. A questo si aggiunge l’obiettivo di
sperimentare (e proporre al giudizio del pubblico) nuovi piatti e nuovi
abbinamenti eno-gastronomici. Non a caso, durante l’escursione, i
ricercatori di cibo spontaneo e tradizionale saranno accompagnati e
guidati da chef rinomati, insieme a cultori ed esperti di piante
officinali e d’uso alimentare.
Alle 13.30 è prevista la fine della raccolta e il ritorno a Bosa, dove
gli chef cucineranno quanto trovato nel corso della mattinata. A
seguire, il pranzo all’aria aperta negli spazi esterni della Geopark
Farm, con la possibilità di visitare il “Museo della fauna di ieri e di
oggi” e fare anche shopping presso la Bottega del Parco e gli stand
(allestiti per l’occasione) di produttori di cosmetici, lane naturali,
giocattoli, ecc.
In chiusura è doveroso ricordare come “Careggine Camminando Cucinando”
nasca da un’idea e dalla capacità organizzativa di Lido Vannucchi,
reporter gourmet di Lucca, che si è avvalso della preziosa
collaborazione dell’azienda “Maestà della Formica”. Fondamentale è
risultato poi il sostegno del Comune e della popolazione di Careggine,
senza dimenticare la “Fonte Azzurrina” come sponsor tecnico.
La quota d’iscrizione è di euro 25,00 per persona e dà diritto a
partecipare sia alla passeggiata sia al pranzo. Per chi desidera
prendere parte solo al pranzo, il costo è di euro 18,00. Questi importi
potranno essere versati la mattina del giorno 26 luglio.
Per partecipare è necessario prenotare prima dell’evento, inviando una
mail a:
prenotazioni.caregginecc@gmail.com.
Per informazioni ulteriori è possibile contattare il numero 328 0717611
(soltanto dalle 8.00 alle 19.00).
Antonio Bartelletti
(18 luglio 2015)
La foto è di Lido Vannucchi per la promozione dell’evento
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